Noi tutti lo sappiamo che l’Italia è un paese fortemente sismico: ne sono la prova le recenti scosse di terremoto che hanno interessato la Toscana, l’Emilia Romagna ma anche il Sud Italia. In un recente lavoro effettuato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è ora possibili visualizzare i terremoti che hanno colpito la Penisola dal 2000 al 2012, più nel dettaglio gli ipocentri di circa 50.000 terremoti, classificati e tematizzati in base alla magnitudo (4 classi) e alla profondità ipocentrale (5 classi).
Secondo quanto riportato nel documento la maggior parte della sismicità ha avuto una magnitudo Richter inferiore a 4.0 ed è localizzata nella crosta terrestre al di sopra dei 35 km. Trenta terremoti hanno avuto una magnitudo maggiore o uguale a 5.0, 21 dei quali sono superficiali, avvenuti entro i 15 km di profondità.
In questo intervallo di tempo i terremoti più forti si sono verificati in Abruzzo nel 2009 e in Emilia Romagna nel 2012. Sono almeno cinque le sequenze sismiche più importanti che hanno interessato il territorio italiano: 6 settembre 2002, ML5.6, evento in Mar Tirreno a circa 40 km a nord di Palermo; 31 ottobre, ML5.4, e 01 novembre 2002, ML5.3, due eventi in Molise; 06 aprile 2009, un terremoto, ML5.9, a L’Aquila e altri 5 eventi di ML≥5.0 in aprile 2009 in Abruzzo; 20 maggio 2012, un terremoto, ML5.9, ed altri 6 eventi di ML≥5.0 tra maggio e giugno 2012 in Emilia Romagna; 25 ottobre 2012, un terremoto, ML5.0, nel Pollino, dove dal 2010 al 2012 si sono verificati circa 3700 eventi.
Nell’Italia peninsulare la sismicità è concentrata lungo la catena Appenninica. In Italia settentrionale i terremoti sono avvenuti principalmente lungo le Prealpi Orientali, in Pianura Padana e lungo l’Appennino Tosco-Emiliano, dove si osserva la presenza di sismicità anche ad una profondità maggiore. Anche lungo l’Appennino Centrale è evidente una sismicità superficiale ed una più profonda verso il Mar Adriatico con ipocentri che arrivano fino a 50 km di profondità.
L’Appennino Meridionale è stato interessato da un’attività sismica moderata sia nel Sannio che in Irpinia. La zona del Tirreno meridionale è caratterizzata anche da sismicità molto profonda, dovuta al processo di subduzione della litosfera ionica al di sotto della Calabria. È evidente un’elevata sismicità crostale al largo delle coste settentrionali della Sicilia ed una sismicità più profonda lungo i Monti Nebrodi. Sul Monte Etna, conclude l’Istituto, c’è stata una notevole attività sismica anche con terremoti di magnitudo superiore a 4.0.
Fonte: http://labgis.gm.ingv.it/cartografia/cartasismicita_2000_2012.pdf