Si attende il “sì” del Senato per estenderla agli under 18. Contrari solo i cattolici. Il premier Di Rupo ai parlamentari: “Fate una scelta di coscienza”
Alla fine i parlamentari si affideranno alla coscienza. E, stando alle dichiarazioni di voto, che questa parli fiammingo o francese, o che affondi le radici nella cultura liberale, socialdemocratica o conservatrice, darà comunque il consenso affinché il Belgio diventi la prima nazione al mondo dove l’eutanasia sarà permessa anche ai minori di diciotto anni.
La proposta è stata avanzata lo scorso dicembre dal Partito socialdemocratico del premier Elio Di Rupo, 62 anni, figlio di abruzzesi emigrati. In questi giorni è in discussione al Senato per ottenere il via libera definitivo. Per il relatore Thierry Giet si tratta solo di «aggiornare la legge sull’eutanasia perché tenga conto di quelle situazioni drammatiche che coinvolgono i minori, a cui qualcuno deve dare una risposta». La legge darà ai medici la facoltà di valutare caso per caso se la malattia è abbastanza grave da ammettere il ricorso alla morte assistita. Inoltre saranno loro a stabilire se il bambino è abbastanza maturo da decidere in autonomia se morire o no.
Da allora quasi sette mesi di dibattiti che hanno incrinato i già precari equilibri del governo di coalizione, che vede insieme socialisti, cristiano democratici, liberali, fiamminghi e valloni. La discussione si è incentrata sulla libertà di coscienza del minore. La legge gli impedisce di guidare, di sposarsi, di bere alcolici, o di votare. Ma sarà considerato abbastanza maturo da decidere se porre fine alla propria malattia con la morte. Se maggioranza ci sarà, sarà una maggioranza trasversale. Che metterà tutti d’accordo, dalla destra nazionalista del Nieuw-Vlaamse Alliantie (Nuova alleanza fiamminga) alla sinistra radicale del Socialisten en Progressieven Anders (Socialisti e Progressisti – Diversamente). Ad eccezione dei cattolici del Cd&v, 27 seggi su 212 tra Camera e Senato. Troppo pochi per costituire un ostacolo reale. Il Belgio è stato il secondo Paese in Europa a dotarsi di una legge che legittimasse l’eutanasia. Era il 2002, preceduto solo di qualche mese dall’Olanda.
Ma sarà il primo ad approvare l’estensione dell’applicabilità ai minori. Perlomeno a farne una legge, perché dal 2005 anche Amsterdam ha smesso di perseguire i casi di eutanasia sui minori. Anche se a febbraio il direttore del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Fabiola di Bruxelles, durante una riunione della commissione affari sociali del Senato ha ammesso che «l’eutanasia sui bambini esiste già. E lo sappiamo tutti. Si, proprio l’eutanasia attiva». Frasi stigmatizzate dalle forze politiche di ispirazione cattolica e dalla curia belga. L’arcivescovo di Maline-Bruxelles Andre-Joseph Leonard parla di attacco alla vita e di legge inutile in presenza delle moderne cure del dolore. Dall’approvazione della legge ad oggi il numero di persone morte di eutanasia è cresciuto al ritmo del 30 per cento l’anno. L’ultimo dato ufficiale è del 2011, quando si sono contati 1.133 casi. In Belgio, un decesso ogni cento quell’anno è avvenuto con la somministrazione di farmaci mortali. Intervenuto mercoledì mattina a poche ore dalla discussione parlamentare, il senatore socialista Philippe Mahoux ha parlato di decisione urgente «legata ad una situazione di emergenza che coinvolge questi bambini, per lo più affetti da cancro e vittime di un dolore fisico che l’eutanasia può far cessare».
Nell’estensione della legge è prevista anche l’applicabilità ai malati di Alzheimer e altre malattie che comportano demenza, ad oggi esclusi per l’impossibilità di capire le reali volontà del paziente. Inoltre la validità del testamento biologico sarà estesa da cinque a dieci anni.
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